SOLERO NON E' (solo) UN GELATO

La parola "Solero" è diventata famosa in Italia grazie all'evocativo nome di un gelato ( do you remenber "sombrero", "caballero"? ).

"Solero" si declama negli spot alla televione,

"Solero" si legge sui manifesti incollati sui muri,

"Solero" si sente nei luoghi piu' strani,lo vedi coi bei colori solari (appunto) in mano a giovani felici, a nonne estasiate e a mamme golose.

Ma noi che a "Solero" viviamo o ci siamo nati se al mare o in montagna, a Roma o a Milano sentiamo "Solero" ci voltiamo stupiti credendo di trovare un conoscente da salutare.

Si, perchè "Solero", prima di essre il nome di un gelato, è un piccolo comune in provincia di Alessandria, a metà strada tra Torino e Genova, come diceva un cartellone AGIP appeso tra due case sulla SS 10 che passava in mezzo al paese, con 1800 abitanti circa, il sindaco, il parroco, il dottore, i carabinieri, la scuola, la biblioteca e il castello.

Solero è nato prima di Alessandria e alcune tra le sue famiglie, Villavecchia e Guasco, contribuirono a fondarla.

Da Solero sono passati barbari e crociati, il medio evo e il risorgimento, Napoleone e gli americani.

Se passi da "Solero" e passeggi nei caldi giorni della afosa estate padana ti stupirai per il silenzio delle strade, ti guardi intorno e vedi lunghe vie dritte con una fuga di grandi portoni che un tempo servivano a far passare carri di fieno e paglia ed oggi si spalancano per le auto.

"Solero": una grande chiesa parrocchiale, con un bel campanile, colpito dal terremoto del 2000, e due santi, Perpetuo e Bruno, che si sono contesi per anni la supremazia anche nei nomi, contesa che ha dato origine a un incredibile invenzione linguistica dialettale: "Tubrino" sintesi dei due nomi, e tante altre piccole chiese sparse per il paese e la campagna:

San Rocco, nei campi verso Asti, edificata per lo scampato pericolo dai sopravvissuti alla peste.

La Madonna del Poggio, verso Alessandria, un tempo solitaria tra i campi e meta di coppiette che di sera si spingevano fin la', ed ora soffocata da capannoni che non te la lasciano vedere.

San Michele, in paese, aperta tutto maggio per il rosario serale, con davanti una piazzetta su cui hanno giocato generazioni di bambini.

E poi il castello Faa' di Bruno, grande casa di campagna con merli e grande torre, un tempo abitato dai conti omonimi e fino al 1964 dall'ultima contessina e che, diventato pubblico, ora e' un bel ristorante con parco giochi per i bambini.

"Solero" con il suo fiume, Tanaro,  il campo di calcio e la torre dell'acquedotto.

"Solero", che ha visto le guerre e la resistenza, con un liutaio famoso in tutto il mondo e due cantanti lirici di fama mondiale, una maglia rosa al giro d'Italia.

"Solero"

non è solo un gelato.

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Gastone - solerino di adozione
Gianni - solerino da generazioni - ha scattato le foto